Si può restare incinte se il partner soffre di azoospermia? La testimonianza di una coppia che ce l’ha fatta.

Azoospermia: cos’è? E’ possibile avere un figlio se al proprio partner è stata diagnosticata questa patologia?

Per rispondere a queste domande ho chiesto a Laura, una ragazza conosciuta su Instagram durante i nostri rispettivi percorsi PMA, di raccontarci la sua esperienza.

Lascio la parola, anzi la penna, a Laura:

Azoospermia: anomalia del liquido seminale, caratterizzata dalla totale assenza di cellule gametiche maschili.

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Non sapevo cosa fosse finché Alessandro arrivó nella mia vita, perché insieme a lui subentró anche lei, pesante come un macigno.

Da quel giorno, da tutto quell’amore, il suo problema diventó anche il mio.

Mi sono spesso ripetuta che secondo me una delle nostre “fortune” è stata che a lui fu già diagnostica in adolescenza, questo ha fatto sì che non perdessimo tempo e speranze nei tentativi naturali (c’è sempre stato detto che un miracolo poteva succedere ma era improbabile).

Non so se la nostra storia possa essere d’aiuto a qualcuno, posso solo dire che dopo 3 transfer, una biochimica e 3 stimolazioni ovariche abbiamo raggiunto quel sogno, quel sogno che dentro di noi sapevamo che prima o poi avrebbe visto la luce.

2 anni sono stati lunghi, inizialmente iniziati in un centro pubblico (uno dei migliori di Torino, dicono) ma dopo 2 stimolazioni ovariche deludenti di cui una andata a vuoto (e quante volte mi sono chiesta :” ma se il problema non è mio come mai tutta questa fatica nella stimolazione?!”) abbiamo poi sentito l’esigenza di cambiare centro, di andare in un privato convenzionato e avere l’attenzione ed il tempo che meritavamo.

Posso dire che ad Alessandro non è mai stata proposta una cura, se non alla prima stimolazione, dove hanno fatto fare siringate di vitamine specifiche per migliorare la sua capacità e qualità spermatica… tentativo risultato inutile del tutto.

Dovevamo farcela con quei pochi spermatozoi validi e puntare sulla mia qualità ovacitaria e nell’aiuto della scienza.

L’ICSI ERA LA NOSTRA UNICA POSSIBILITÀ.

Per esperienza personale, dopo la prima stimolazione andata veramente male, nella seconda ho provato a fare diete specifiche che aiutassero la mia qualità ovacitaria. (Ci tengo a precisare di aver seguito un’alimentazione di testa mia e consigliata dal mio centro pma, quindi nn fate il mio errore, fatevi sempre seguire da biologhe nutrizioniste che sappiano indirizzarvi correttamente senza privazioni inutili).

Ero stressata, affamata e ormai nauseata da tutti quegli alimenti che ormai vedevo come obbligo.

Inutile dirvi che quella stimolazione fu l’unica a portarmi a non avere NIENTE, la peggiore di tutte e 3.

Mi ero ripromessa che al prossimo tentativo non mi sarei più privata di niente (sottolineo essere una ragazza normopeso, mai avuto problemi con l’alimentazione, ne con pasti sregolati, ho una vita sana e salutare già di mio) e avrei vissuto nel totale relax e normalità la mia vita senza più ulteriori scombussolamenti.

Bè, quell’ultimo tentativo mi ha portato a 5 blastocisti, risultato meraviglioso.

L’avevo vissuto con serenità, con poche aspettative e tutto quello mi aveva ricompensata.

Ho capito che quando meno te l’aspetti le cose accadono, quando ho pensato di lasciarmi stupire dalla vita il miracolo è accaduto.

Lasciare il controllo sulle situazioni (mio grande difetto su cui la pma mi ha aiutata a maturare) e farle fluire con fiducia il suo corso.

Cercare un centro pma ed un’unica persona che ci seguisse sempre, che studió una stimolazione specifica per il nostro caso, è stata la scelta giusta.

Seguite sempre il vostro istinto.

Una cosa che mi ha aiutato in questo percorso è stato pensare ad un PIANO B, avere un’idea di realizzazione alternativa al diventare madre, un qualcosa di altrettanto forte che mi spingesse a credere che la vita sarebbe comunque potuta andare avanti serenamente.

Sono stati tanti alti e bassi, tanti lividi sulla pelle ma altrettanti sorrisi nei piccoli passi avanti.

Alessandro è arrivato nella mia vita con tutto il suo amore e con il “suo” problema mi ha catapultato in un mondo che mai avrei pensato di poter far parte… bè, ho avuto l’occasione di conoscere persone che sono diventate amiche e di aver messo me stessa e la nostra coppia alla prova.

Il nostro amore si è rafforzato e quello che ho in grembo da 15 settimane è il risultato delle nostre battaglie e del nostro crederci sempre.

Vi auguro di poter avere sempre una strada da percorrere, qualsiasi essa sia, perché l’importante è averne una, nonostante sia una strada dissestata è quella che potrebbe portarvi al vostro sogno.

Un abbraccio grande

Laura

Ringrazio di cuore Laura per averci raccontato la sua storia, e le faccio i migliori auguri per la sua gravidanza ❤️

Nel caso in cui la diagnosi di azoospermia non dovesse permettere una procreazione assistita di tipo omologo, è possibile ricorrere alla fecondazione eterologa con donazione di gameti maschili. Qui trovi la testimonianza di Enrico e Verena, una coppia che ha avuto due figli grazie a questa tecnica.

Questo è il profilo Instagram di Laura: laperasperaadastra
Questo e il profilo Instagram di Enrico e Verena: diariodiunavitasincerologa

Mi auguro che queste testimonianze possano dare conforto a chi si trova in una situazione simile.
Per richieste di approfondimento o domande specifiche contatta pure direttamente loro, oppure lascia un commento qui sotto ⬇️

Un abbraccio,

Elena – Aspirante Mamma