Una patologia di cui si parla pochissimo: la Vulvodinia
Ci sono patologie di cui si parla poco, pochissimo.
Io che pensavo di essere ormai esperta in patologie legate alla sfera ginecologica, fino a poche settimane fa non avevo la più pallida idea di cosa fosse la vulvodinia.
Per caso ho conosciuto una ragazza che me ne ha parlato perchè questa malattia le è stata diagnosticata dopo anni di “pellegrinaggio” tra medici che hanno definito i suoi dolori psicologici, per non dire immaginari.
Mi sono immedesimata tantissimo in questa ragazza, ho rivissuto il suo calvario alla ricerca di risposte, e ho visto nei suoi occhi la soddisfazione quando ha potuto finalmente dare un nome alla sua sofferenza.
Dato che di questa patologia si parla ancora troppo poco, ho deciso di informarmi e di approfondire l’argomento (con l’aiuto di esperti) per fare un po’ di sana divulgazione.
Partiamo dalle basi: che differenza c’è tra vulva e vagina?
La vulva è la parte esterna dell’apparato genitale femminile compresa fra le cosce: è composta dal monte di venere, le grandi e piccole labbra, il clitoride e le ghiandole vestibolari. Più semplicemente, la vulva è la parte anatomica che viene lavata con l’igiene quotidiana delle parti intime. Spesso la vulva viene chiamata erroneamente vagina, ma in realtà vi è una grande differenza anatomica tra queste due parti: la vagina, infatti, è il canale di muscoli e membrane che unisce l’utero con la vulva; è quindi un organo interno dell’apparato genitale femminile.
Cos’è la vulvodinia?
La vulvodinia o sindrome vulvo-vestibulare è una patologia fisica, dolorosa e cronica che interessa la regione vestibolare o vulvare, provocata da un’infiammazione delle terminazioni nervose della vulva (neuropatia), molto spesso accompagnata da un ipertono dei muscoli del pavimento pelvico.
Questa patologia, che colpisce il 12-15% delle donne in età fertile, può rimanere non diagnosticata o non curata per diverso tempo, anche anni.
Alcune donne, talvolta, provano disagio nel riferire questa condizione e ciò le porta e non parlarne con il medico di base o il professionista che le segue. D’altro canto, gli operatori sanitari potrebbero non essere in grado di riconoscere la sintomatologia o considerare i sintomi di natura neuropsichica, inviando la donna dallo psicologo.
In verità la vulvodinia è una patologia di origine biologica che può avere un’origine multifattoriale e la diagnosi può essere effettuata solo prestando attenzione a quanto la donna riferisce in sede di visita.
Anche se non c’è una sola e precisa causa scatenante, si possono individuare tre fattori che concorrono ad una vulvodinia o la peggiorano: l’iperattivazione mastocitaria, la contrattura dei muscoli pelvici e l’iperattivazione del sistema nervoso (alterazione neurologica).
Sintomatologia della vulvodinia
I sintomi della vulvodinia possono presentarsi in diversi modi e in maniera soggettiva per ogni donna. Unitamente al dolore è possibile avvertire bruciore e irritazione della vulva con conseguente arrossamento; il dolore si manifesta più intensamente durante i rapporti sessuali (dispareunia) sebbene talvolta non ne sia direttamente correlato.
Ecco alcuni dei sintomi più comuni:
- bruciore vaginale;
- irritazione;
- prurito e perdite biancastre;
- gonfiore e rossore delle piccole e grandi labbra;
- sensazione di aghi o spilli;
- secchezza;
- tagli alla mucosa;
- impossibilità ad avere rapporti sessuali;
- senso di pesantezza alla vescica, spasmi e necessità di urinare spesso;
Il dolore percepito può essere:
- cronico: persistente, senza una fine;
- intermittente: scompare e ricompare;
- spontaneo: non è presente una causa specifica che lo generi;
- provocato: è una condizione specifica che induce la sensazione dolorifica;
- generalizzato o localizzato: interessa tutta l’area genitale oppure un unico punto specifico della vulva;
- isolato:
lil dolore è l’unico sintomo percepito; - correlato ad altre condizioni come:
– altre patologie (vaginiti ricorrenti da Candida, sindrome del colon irritabile, endometriosi, fibromialgia, cefalee ricorrenti, ansia, depressione, etc…)
– disturbi sessuali (dispareunia, perdita del desiderio, secchezza vaginale, etc…)
Come precedentemente detto, il dolore vulvare è il sintomo predominante nella vulvodinia.
Questo disturbo deve sempre indurre il professionista ad effettuare un’analisi più approfondita della situazione: devono essere valutati gli aspetti biologici (condizioni locali della donna), gli aspetti psicologici (ansia, depressione, distress di varia natura) e gli aspetti psicosessuali (molestie, abusi fisici e sessuali).
Terapia della vulvodinia
Vista l’elevata multifattorialità dell’origine dei sintomi è complesso trovare una terapia standard per la cura della vulvodinia; è necessaria una collaborazione multidisciplinare per risolvere le cause dolorifiche.
La terapia personalizzata, qualunque essa sia, avrà come scopi:
- ottimizzare il controllo del dolore: ridurre il dolore il più possibile fino alla scomparsa;
- ripristinare le funzioni che il disturbo ha alterato e migliorare il benessere fisico e psichico della donna;
- migliorare la qualità della vita della donna.
Come capire se si ha la vulvodinia?
Per capire se i disturbi precedentemente descritti potrebbero essere sintomi della vulvodinia, esiste una breve autovalutazione da effettuare a casa.
Il test si compone di 6 domande a cui rispondere sì/no: se su sei risposte almeno tre sono un sì, è possibile che sia presente una condizione di vulvodinia e che quindi sia necessario rivolgersi al medico o all’ostetrica di fiducia. Ecco di seguito le sei domande:
- Sei stata curata per ripetuti episodi di vaginite e/o cistite, ma i disturbi non si sono completamente risolti dopo la terapia o sono ricomparsi dopo breve tempo?
- I tuoi disturbi sono presenti quando la Vulva è toccata (indumenti stretti, assorbenti interni, la penetrazione durante i rapporti, etc..)?
- Il dolore è generalmente vicino all’ingresso della vagina?
- Il fastidio vulvare è quasi sempre presente senza apparenti cause che lo scatenino?
- Quando tocchi la vulva o l’ingresso della vagina hai una strana sensazione (come una puntura di spillo)?
- I tuoi problemi durano da più di tre mesi?
Per ulteriori informazioni sulla vulvodinia ti invito a consultare la pagina dell’Associazione Italiana Vulvodinia (A.I.V) in cui puoi trovare approfondimenti ed indicazioni pratiche. Sempre sul questo sito è possibile cercare il professionista più vicino.
Tu hai avuto esperienze di vulvodinia? Se ti va, scrivi nei commenti la tua testimonianza.
Un abbraccio,
Aspirante Mamma
————————————————————————————————-
Articolo in collaborazione con -> Centro Medico Polispecialistico Milano
Bibliografia
- Costantini W, Calistri D, “L’ostetrica”, Piccin editore, 2013
- Associazione Italiana Vulvodinia, vulvodinia.org
- Micheletti L, Radici G, Lynch PJ. Provoked vestibulodynia: inflammatory, neuropathic or dysfunctional pain? A neurobiological perspective. Journal Obst Gynaecol. 2014
- Marchi A, la vulvodinia dal punto di vista riabilitativo