Una vita Sincerologa: fecondazione eterologa, amore e sincerità

Siamo Enrico e Verena (36 anni) e 6 anni fa, dopo molti anni insieme, abbiamo deciso di provare ad avere un figlio. I mesi passavano senza che riuscissimo ad ottenere una gravidanza, così abbiamo deciso di effettuare dei controlli, prima su Verena (e sembrava tutto a posto) e poi su Enrico, dove lo spermiogramma ha evidenziato la totale assenza di spermatozoi (azoospermia).

Mai avevamo pensato che, in certi casi, avere un figlio può essere così difficile. Purtroppo c’è ancora molto segreto e vergogna sul tema dell’infertilità ed è credenza comune che ottenere una gravidanza sia scontato, quando in realtà sono moltissime le coppie che hanno difficoltà ed eventualmente devono ricorrere alle tecniche di fecondazione assistita.

Dopo la diagnosi abbiamo deciso di effettuare un’operazione di biopsia testicolare, per cercare degli spermatozoi all’interno dei testicoli, da usare successivamente per una fecondazione in vitro. A questa però non siamo mai arrivati: anche con l’operazione non è stato possibile trovare spermatozoi. La decisione di ricorrere all’eterologa è stata per noi frutto di profonde riflessioni incentrate principalmente su tre punti chiave:

Riuscirò ad amare un figlio che non condivide il mio DNA (Enrico)
Riuscirò io a non sentirmi più forte perché condivido il DNA con il figlio (Verena)
Come accetteranno i nostri futuri figli il loro concepimento tramite eterologa?
Una volta ragionato sul fatto che non è solo il DNA trasmesso a plasmare una persona e a determinarne il modo di essere e dopo un percorso di riflessione e dialogo tra di noi, i nostri famigliari e alcuni amici, siamo giunti alla conclusione di non avere alcun dubbio riguardo ad una superiorità/inferiorità della nostra genitorialità. Nella nostra coppia non c’è mai stato un elemento forte e uno più debole, indipendentemente dalla condizione di infertilità di Enrico, allo stesso modo non abbiamo ritenuto che questo equilibrio sarebbe cambiato con dei figli.

Il nostro interesse principale si è poi focalizzato sul bambino e come avrebbe potuto reagire sapendo di essere stato concepito da seme di donatore. A questo proposito abbiamo letto diverse testimonianze di adulti concepiti tramite eterologa (principalmente negli USA) per cercare di immedesimarci nei possibili pensieri del nostro (all’epoca) futuro figlio.

Oggi, 6 anni dopo, siamo genitori di due bimbi di 3 e 1 anno. Abbiamo iniziato a raccontare alla nostra prima figlia la storia del suo concepimento e quanto è stata desiderata ed amata ben prima della sua nascita. È ancora presto per dire come sarà la sua reazione negli anni a venire, quando capirà il significato dell’eterologa, quello che però già adesso percepiamo è la sua gratitudine e gioia nel sapere di essere stata così tanto attesa e desiderata.

Enrico e Verena
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